sabato 26 gennaio 2008

Cuffaro si dimette

"Scelgo la via dell'umiltà" avrebbe detto Salvatore Totò Cuffaro all'ARS (Assemblea Regionale Siciliana). Fino ad ieri il neo condannato in primo grado festeggiava con cannoli e dichiarazioni da vincitore di una coppa del mondo. Adesso si è dimesso dai propri incarichi. Un atto dovuto, è il minimo che poteva fare.

Dovrebbe essere una buona notizia ma mai come ora ho paura dei siciliani, dei miei amici e compaesani. Legittimare nuovamente l'operato di Cuffaro, dando un evidente appoggio ad altre figure politiche, vorrebbe dire voltare le spalle ad un cambiamento tanto atteso quanto necessario. La terra baciata dal sole soffoca nella propria indole frivola, adattiva. La tracotanza di chi mette la propria dignità al pari di un voto di favore fa affondare questa regione nella melma politica.

È vero: la promessa di "un travagghiu pi 'tia e pa to famigghia" è una promessa di vita. L'acqua nel deserto della disoccupazione. Ma ad un certo punto noi siciliani dovremmo anche renderci conto che questo sistema feudale, nella sua interezza, non solo non funziona ma è anche la causa della sofferenza. E dovremmo, finalmente, svegliarci da quel torpore che ci caratterizza. Pretendere un cambiamento e, se questo ci verrà negato, metterci comunque in gioco.

venerdì 25 gennaio 2008


MEGLIO UN GIORNO DA PRODI CHE CENTO DA BERLUSCONI!!!

sabato 12 gennaio 2008

Notizie

Per chi non lo sapesse, si e' concluso, a più di sette anni dall'inizio delle indagini, il processo ai magistrati messinesi Lembo e Mondello per la gestione del "pentito" Luigi Sparacio. A Marcello Mondello, ex capo dei Gip di Messina, la corte della prima sezione penale del Tribunale di Catania, presieduta da Francesco D'Alessandro, ha inflitto una condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Giovanni Lembo, invece, ex sostituto procuratore della Dda, al quale era stato contestato il medesimo reato, si è visto comminare una pena di 5 anni, poiché il reato è stato derubricato in favoreggiamento aggravato. Il boss peloritano Sparacio è stato condannato a 6 anni e 4 mesi per la reiterazione del reato di associazione mafiosa dopo aver iniziato la collaborazione con la giustizia. Inoltre, la corte ha inflitto una pena di due anni per calunnia al maresciallo dei carabinieri Antonino Princi, ex collaboratore di Mondello. L'unico assolto è stato il pentito Vincenzo Paratore.