mercoledì 27 febbraio 2008

Il cambiamento

C'è aria di rinnovamento politico a livello nazionale e locale. Nascono nuovi soggetti politici, si formano nuove alleanze e si scelgono facce nuove. Walter Veltroni, negli scorsi giorni, ha presentato Marianna Madia, 27 anni, come capolista del PD nel Lazio; penso che non capitasse qualcosa del genere dalle elezioni del '46... Anche a livello regionale, la scelta di candidare Anna Finocchiaro come governatore della regione Sicilia, rientra, a mio avviso, in un'ottica di rinnovamento della classe politica siciliana, sebbene la Finocchiaro non sià già più, politicamente parlando, di primo pelo.
Così, nei giorni antecendenti il mio ritorno nella nostra amata Isola, ero parecchio curioso di vedere se le facce sui manifesti elettorali sarebbero stati investiti da questa voglia di rinnovamento. Mi è bastato scendere dal treno per rendermi conto che le facce erano sempre le solite: Catalano e Buzzanca. Premetto che la cosa non mi stupisce, vista la candidatura di Raffale Lombardo a presidente della regione.
Raffaele Lombardo (58 anni), già deputato regionale, già coinvolto nel 1994 in una storiaccia di tangenti poi derubricato come finanziamento illecito ai partiti e infine caduto in prescrizione, già vicesindaco di Catania e già presidente della provincia di Catania, si inventa nel 2005 il Movimento Per l'Autonomia in seguito alle accuse di gestione antidemocratica dell'Udc siciliano mosse dai quarantenni del partito e nel 2006 si allea addirittura con la Lega Nord (!). Tralasciamo il fatto che, a mio modesto avviso, uno appoggiato da Bossi, Calderoli, Maroni e Borghezio, in Sicilia non dovrebbe avere grossa credibilità. Comunque, il nostro Lombardo si presenta con un curriculum di tutto rispetto, secondo soltanto a quello dell'ex governatore Salvatore Cuffaro. È innegabile che don Totò VasaVasa abbia avuto un ruolo decisivo nella scelta di Lombardo; e, anche stavolta, non mancano le situazioni grottesche.
Nei giorni antecedenti l'ufficializzazione dell'alleanza tra Pdl, Udc e Mpa, si era concretamente parlato della candidatura di Stefania Prestigiacomo: scelta fortemente voluta dal Pdl siciliano e da Gianfranco Micciché che osteggiava l'alleanza con Udc e Mpa e che subito dopo la condanna di Cuffaro si era espresso in favore delle dimissioni dell'ex governatore e che sembrava essere diventato il suo più acerrimo avversario. Innegabilmente la Prestigiacomo sarebbe stata un'ottima candidatura, coraggiosa e giovane e avrebbe dato vita ad uno scontro tutto al femminile con Anna Finocchiaro: per la prima volta ci sarebbe stato un presidente della regione donna, un presidente per certi versi lontano dal vecchiume di sessant'anni di storia repubblicana in Sicilia. Ma un Pdl da solo non sarebbe riuscito a vincere senza l'appoggio di Udc e Mpa; ed ecco entrare in gioco Berlusconi che, per "comprare" il veto a Lombardo di Micciché, mette sul piatto un bel ministero per l'ex presidente dell'Ars in caso di vittoria del centrodestra alle prossime politiche.
Ho grande fiducia nei siciliani, nonostante tutto. Ma, nonostante la mia fiducia, Raffaele Lombardo sarà il prossimo governatore della regione Sicilia e saremo di nuovo punto e a capo. Perché Lombardo è uguale a Cuffaro, nonostante i baffi. Perché qui in Sicilia si parla sempre di voler cambiare tutto e poi non cambia nulla, ci si lamenta dei politicanti e delle amministrazioni per poi rieleggerli alla prima occasione, si vende il voto in cambio di 100 €uro o della sicurezza di un posto di lavoro (c'è pure chi si vanta di lavorare alla Raffineria di Milazzo grazie all'aiuto di qualcuno quando invece dovrebbe vergognarsi). Già la scelta del 2006 era stata più di un semplice destra/sinistra; stavolta lo è ancora di più. Speriamo vinca la voglia di un cambiamento vero.
Ma se questo cambiamento non ci dovesse essere, do un calcio in bocca al primo che sento lamentarsi della politica locale.

sabato 26 gennaio 2008

Cuffaro si dimette

"Scelgo la via dell'umiltà" avrebbe detto Salvatore Totò Cuffaro all'ARS (Assemblea Regionale Siciliana). Fino ad ieri il neo condannato in primo grado festeggiava con cannoli e dichiarazioni da vincitore di una coppa del mondo. Adesso si è dimesso dai propri incarichi. Un atto dovuto, è il minimo che poteva fare.

Dovrebbe essere una buona notizia ma mai come ora ho paura dei siciliani, dei miei amici e compaesani. Legittimare nuovamente l'operato di Cuffaro, dando un evidente appoggio ad altre figure politiche, vorrebbe dire voltare le spalle ad un cambiamento tanto atteso quanto necessario. La terra baciata dal sole soffoca nella propria indole frivola, adattiva. La tracotanza di chi mette la propria dignità al pari di un voto di favore fa affondare questa regione nella melma politica.

È vero: la promessa di "un travagghiu pi 'tia e pa to famigghia" è una promessa di vita. L'acqua nel deserto della disoccupazione. Ma ad un certo punto noi siciliani dovremmo anche renderci conto che questo sistema feudale, nella sua interezza, non solo non funziona ma è anche la causa della sofferenza. E dovremmo, finalmente, svegliarci da quel torpore che ci caratterizza. Pretendere un cambiamento e, se questo ci verrà negato, metterci comunque in gioco.

venerdì 25 gennaio 2008


MEGLIO UN GIORNO DA PRODI CHE CENTO DA BERLUSCONI!!!

sabato 12 gennaio 2008

Notizie

Per chi non lo sapesse, si e' concluso, a più di sette anni dall'inizio delle indagini, il processo ai magistrati messinesi Lembo e Mondello per la gestione del "pentito" Luigi Sparacio. A Marcello Mondello, ex capo dei Gip di Messina, la corte della prima sezione penale del Tribunale di Catania, presieduta da Francesco D'Alessandro, ha inflitto una condanna a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Giovanni Lembo, invece, ex sostituto procuratore della Dda, al quale era stato contestato il medesimo reato, si è visto comminare una pena di 5 anni, poiché il reato è stato derubricato in favoreggiamento aggravato. Il boss peloritano Sparacio è stato condannato a 6 anni e 4 mesi per la reiterazione del reato di associazione mafiosa dopo aver iniziato la collaborazione con la giustizia. Inoltre, la corte ha inflitto una pena di due anni per calunnia al maresciallo dei carabinieri Antonino Princi, ex collaboratore di Mondello. L'unico assolto è stato il pentito Vincenzo Paratore.

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale

Gli eventi ogni tanto precipitano. Mi spiace essere così poco assidua nell'aggiornare questo blog, al quale tengo in maniera particolare, ma al momento la mia vita è attraversata da vortici di portata superiore che mi risucchiano e non mi permettono di dare attenzione ad altro.

Agli sporadici lettori di questo spazio auguro un Buon Natale, con grande affetto.

martedì 11 dicembre 2007

La lobby della gomma

Ma davvero gli amici trasportatori se la passano male? Scindiamo la questione sotto due profili: quello umano e quello politico. Dal primo punto di vista è indubbio che quello del conducente di mezzi pesanti è un lavoro a dir poco massacrante e, comunque, poco gratificante dal punto di vista strettamente personale. Lontano da casa, costretto a dormire su uno scomodo divano dentro la cabina, doccia e servizi igienici improvvisati e via dicendo. Questo elidendo le difficoltà intrinseche alla guida che sono rappresentate dalla stanchezza e dalla necessità di arrivare a destinazione ad ogni costo nel tempo prestabilito. Non penso ci siano difficoltà a dire che coloro che fanno "muovere" i camion fanno un lavoro estremamente pesante e faticoso.

Ma a pensarci bene quale lavoro "di braccio" non è faticoso? Un metalmeccanico, un macchinista, un marinaio di certo non se la passano meglio e sono sempre esposti a (probabili) esplosioni in fabbrica, o nel luogo dove lavorano. Non sono completamente daccordo sul fatto che la "paga" sia inadeguata perché, per quanto ne so io, questa particolare categoria guadagna molto di più del metalmeccanico che, comunque, rimane alle prese con gli estintori che non funziono.

Passiamo ora alla questione politica, con una semplice domanda: perché paralizzare una intera nazione? Non mi risulta che gli operai della FIAT abbiano mai bloccato un tram, figuriamoci un intero sistema. Eppure, dal punto di vista teorico, sia il metalmeccanico che il camionista hanno un contratto "tipo", delle garanzie e degli appoggi di tipo sindacale, dei modelli di lavoro da rispettare e, comunque, non si possono permettere l'interruzione di un pubblico servizio, quale potrebbe essere il transito per le strade di ogni ben di Dio. Con l'aggravante geografica direttamente derivata dall'estensione della protesta.

Ora vorrei spostare lo sguardo sulla sicilia facendo una riflessione: quante grandi aziende, ditte, società di trasporto privato esistono? Piccole o grandi che siano? Basterebbe fare una visura camerale per settore per arrivare ad una considerazione: ce ne sono eccome! Eppure si dice, in modo bugiardo, che queste aziende siano tutte sull'orlo del collasso perché non ci sono garanzie per gli operatori (nemmeno l'operaio della fabbrica ne ha), il prezzo del gasolio è eccessivo e ci sono pochissimi incentivi per questo tipo di attività. Vorrei chiedere ad un cassaintegrato, che però di mestiere non fa il trasportatore, se paga la nafta meno di quanto la paga l'azienda che gestisce trasporti nazionali e non. E a quest'ultima vorrei chiedere, a "telecamera spenta", se alla fine l'aumento del costo grezzo - ovvero quel costo che serve materialmente per portare un bene da un punto ad un altro - non ricade comunque nella fattura presentata al contraente. Inoltre vorrei capire secondo quale parametro dovrebbero avere incentivi, ovvero per quale titolo avrebbero diritto ad agevolazioni. A questo punto anche l'A.D. di Alitalia potrebbe dire che, essendo loro in fallimento, necessitano di incentivi poiché trasportano da un punto ad un altro i manager che assumeranno personale per far lavorare l'Italia. E tecnicamente anche l'ex ENEL, dilaniata in decine di società, potrebbe vantare un ruolo chiave per un ipotetico sviluppo e richiedere incentivi o sgravi fiscali.

Io penso che tutto questo "sciopero" sia in realtà uno spettacolo teatrale dove le marionette vengono manipolate da una "lobby". Le aziende sicule di cui parlavo prima, ma anche quelle nazionali posso supporre, hanno una forte e potente diramazione politica. Non è mistero che una aliquota molto consistente ha simpatie per la parte polica "liberale", e usando un banale (ma efficace paragone) l'ultimo sciopero della categoria mi pare sia stato fatto quando in carica c'era un governo di centro sinistra posso ipotizzare che la valenza di questa protesta, che reputo totalmente spropositata, sia esclusivamente politica.

lunedì 26 novembre 2007

Ve l'avevamo detto...

Io amo la Sicilia! La amo non tanto per il sole, per il mare, per il clima in genere. La amo perché è un mondo che ragiona al contrario. Qui le leggi fisiche non vanno di pari passo al resto del mondo: prima l'effetto e poi la causa.

Sul nuovo centro commerciale, e sul modo con il quale è stato servito dalle strade, ho espresso le mie perplessità in un post precedente. Avevo però commesso un errore: pensavo che alcune migliorie potessero effettivamente migliorare la viabilità urbana. Invece l'hanno stravolta.

Dove prima, in qualsiasi orario, il termine "fila" non esisteva adesso si deve parlare di "ingorgo". E credetemi che per chi deve servirsi di qualsiasi strada, con qualsiasi mezzo, è sempre un bel problema rimanere imbottigliato.

Così il danno è stato fatto. Il morto è scappato. E per questo motivo spuntano dei manifesti, firmati ovviamente dalla classe politica, titolati "Lo avevamo detto". Nel manifesto si legge che non convinceva (a priori) la sistemazione urbanistica che un grande esercizio commerciale, comunque, richiedeva. Per cui a lavoro fatto, per una stramaledetta questione di credibilità popolare, quel manifesto tuona "Ve lo avevamo detto!".

Quando?