C'è aria di rinnovamento politico a livello nazionale e locale. Nascono nuovi soggetti politici, si formano nuove alleanze e si scelgono facce nuove. Walter Veltroni, negli scorsi giorni, ha presentato Marianna Madia, 27 anni, come capolista del PD nel Lazio; penso che non capitasse qualcosa del genere dalle elezioni del '46... Anche a livello regionale, la scelta di candidare Anna Finocchiaro come governatore della regione Sicilia, rientra, a mio avviso, in un'ottica di rinnovamento della classe politica siciliana, sebbene la Finocchiaro non sià già più, politicamente parlando, di primo pelo.
Così, nei giorni antecendenti il mio ritorno nella nostra amata Isola, ero parecchio curioso di vedere se le facce sui manifesti elettorali sarebbero stati investiti da questa voglia di rinnovamento. Mi è bastato scendere dal treno per rendermi conto che le facce erano sempre le solite: Catalano e Buzzanca. Premetto che la cosa non mi stupisce, vista la candidatura di Raffale Lombardo a presidente della regione.
Raffaele Lombardo (58 anni), già deputato regionale, già coinvolto nel 1994 in una storiaccia di tangenti poi derubricato come finanziamento illecito ai partiti e infine caduto in prescrizione, già vicesindaco di Catania e già presidente della provincia di Catania, si inventa nel 2005 il Movimento Per l'Autonomia in seguito alle accuse di gestione antidemocratica dell'Udc siciliano mosse dai quarantenni del partito e nel 2006 si allea addirittura con la Lega Nord (!). Tralasciamo il fatto che, a mio modesto avviso, uno appoggiato da Bossi, Calderoli, Maroni e Borghezio, in Sicilia non dovrebbe avere grossa credibilità. Comunque, il nostro Lombardo si presenta con un curriculum di tutto rispetto, secondo soltanto a quello dell'ex governatore Salvatore Cuffaro. È innegabile che don Totò VasaVasa abbia avuto un ruolo decisivo nella scelta di Lombardo; e, anche stavolta, non mancano le situazioni grottesche.
Nei giorni antecedenti l'ufficializzazione dell'alleanza tra Pdl, Udc e Mpa, si era concretamente parlato della candidatura di Stefania Prestigiacomo: scelta fortemente voluta dal Pdl siciliano e da Gianfranco Micciché che osteggiava l'alleanza con Udc e Mpa e che subito dopo la condanna di Cuffaro si era espresso in favore delle dimissioni dell'ex governatore e che sembrava essere diventato il suo più acerrimo avversario. Innegabilmente la Prestigiacomo sarebbe stata un'ottima candidatura, coraggiosa e giovane e avrebbe dato vita ad uno scontro tutto al femminile con Anna Finocchiaro: per la prima volta ci sarebbe stato un presidente della regione donna, un presidente per certi versi lontano dal vecchiume di sessant'anni di storia repubblicana in Sicilia. Ma un Pdl da solo non sarebbe riuscito a vincere senza l'appoggio di Udc e Mpa; ed ecco entrare in gioco Berlusconi che, per "comprare" il veto a Lombardo di Micciché, mette sul piatto un bel ministero per l'ex presidente dell'Ars in caso di vittoria del centrodestra alle prossime politiche.
Ho grande fiducia nei siciliani, nonostante tutto. Ma, nonostante la mia fiducia, Raffaele Lombardo sarà il prossimo governatore della regione Sicilia e saremo di nuovo punto e a capo. Perché Lombardo è uguale a Cuffaro, nonostante i baffi. Perché qui in Sicilia si parla sempre di voler cambiare tutto e poi non cambia nulla, ci si lamenta dei politicanti e delle amministrazioni per poi rieleggerli alla prima occasione, si vende il voto in cambio di 100 €uro o della sicurezza di un posto di lavoro (c'è pure chi si vanta di lavorare alla Raffineria di Milazzo grazie all'aiuto di qualcuno quando invece dovrebbe vergognarsi). Già la scelta del 2006 era stata più di un semplice destra/sinistra; stavolta lo è ancora di più. Speriamo vinca la voglia di un cambiamento vero.
Ma se questo cambiamento non ci dovesse essere, do un calcio in bocca al primo che sento lamentarsi della politica locale.