domenica 11 novembre 2007

Centri commerciali pubblici

Non si dica più che in Sicilia le opere procedono a rilento! Tocca a noi messinesi dare, una buona volta, un calcio a quel negativo primato che da sempre sembra soffocare la nostra immagine nazionale e, perché no?, internazionale. Chiunque abbia almeno una volta, in quest'ultimo anno, percorso la nazionale che dal casello autostradale di Milazzo porta verso Barcellona Pozzo di Gotto avrà notato una rivoluzione nell'urbanistica della strada! Sono sorte rotonde, semafori, bivi in un cantiere che ci è sembrato popolato da formiche, diligenti e lavorative, anziché operai.

Diciamo le cose come stanno: ci volevano proprio queste grandi opere per un piccolo comprensorio, qual è quello milazzese e filippese. Ci volevano perché nel corso di questi anni ci sono stati tanti morti ed altrettanti feriti nella uscita dell'asse viario, una zona interessata dai lavori di ammodernamento. Ci volevano perché finalmente noi messinesi abbiamo compreso la validità di una rotonda in opposizione all'inutilità di un incrocio. Tutti questi lavori sono stati fatti a tempo record! In una Sicilia sempre più abituata a ragionare in termini di anni, anche per piccoli interventi, è stato ammodernato un intero tratto di strada in pochi mesi.

A questo punto finisce la favola. Ed inizia il paradosso. Partiamo da una piccola presunzione: lo "Stato" deve garantire il benessere degli individui che ne fanno parte. Per cui deve garantire la sanità, l'istruzione, il lavoro e, procedendo lungo i capillari di questo sistema, anche la sicurezza nei trasporti. Per cui è lo "Stato", termine molto populista, a dover garantire i lavori di ammodernamento delle strade proprio per evitare che qualcuno finisca ammazzato per colpa di una curva o di un incrocio. E di morti nell'incrocio dell'asse viario ce ne sono stati in questi dieci anni di servizio. Ma il semaforo che, ripeto, nonostante possa sembrare una pessima soluzione urbanistica è stato messo all'opera soltanto in quest'ultimo mese. Come del resto tutto l'ammodernamento che dal casello porta ad un particolare luogo: il nuovo Centro Commerciale. Partiamo da una ulteriore piccola presunzione: Stato ed ente privato sono due entità separate. Per cui il primo deve garantire l'accesso alle scuole ma non lavorare per il secondo. Su questo credo ci sia poco da discutere. Ma il paradosso sta nel fatto che, volendo forzare l'affermazione, risulta poco credibile che dopo decine di morti in un tratto di strada palesemente pericolosa si decida di porre dei rimedi soltanto un mese prima dell'apertura del centro commerciale. In queste settimane gli operai dell'ANAS hanno lavorato perfino la notte! Come se fosse questo braccio dell'Italia ad essere in appalto con l'azienda che dovrà gestire il centro commerciale. In altre parole il pubblico che lavora forsennatamente per venire incontro alle esigenze di un privato. Ed è incredibile pensare che in così poco tempo è possibile asfaltare una strada lunga un chilometro e mezzo altamente trafficata (due giorni), fare una rotonda completa(due giorni), porre in essere la segnaletica orizzontale e verticale (una manciata di ore), fare il collaudo di un semaforo a quattro vie (minuti?) con le accessorie rilevazioni telemetriche, logistiche ed organizzative. Trovo poco credibile che le squadre che stanno lavorando sulla strada possano essere fornite dal privato anziché dal pubblico anche perché sarebbe un ulteriore paradosso per cui la velocità di questi lavori, alla fine, la stiamo comunque pagando noi.

Che non si dica più che in Sicilia le opere procedono a rilento. Procedono invece molto spedite. Solo se ne vale la pena.

1 commento:

festina_lente ha detto...

Caspita, è un bel po' che non passo da quelle parti. A giudicare da quanto hai scritto, credo che non riconoscerei più la zona...

Beh, qui da noi i lavori pubblici si fanno solo se stanno particolarmente a cuore a qualcuno. Mi chiedo cosa abbia promesso il provato in cambio di rotonde, asfalto, segnaletica e semaforo...