venerdì 23 novembre 2007

Garantismo inopportuno

C'è una ragazza diciassettenne di un piccolo paese della nostra provincia. Si chiama Graziella. E' una ragazza semplice, senza grilli per la testa, che ha abbandonato la scuola per aiutare la famiglia a sbarcare il lunario e per mettere da parte qualche soldo, così da potersi comprare il corredo senza gravare sul bilancio di casa; perché in questi piccoli paesi quella è la dote che una ragazza deve assolutamente portare se vuole sposarsi. E il corredo è costoso e non lo si può acquistare tutto in una volta: bisogna organizzarsi per tempo. Graziella lavora in una lavanderia e mentre lavora forse pensa che la paga del mese potrà tramutarsi in un grazioso set di asciugamani di fiandra, o in un completo matrimoniale in lino, o in una tovaglia ricamata. E mentre ci pensa, le pare di vedere quella biancheria e immagina di sfiorarne la trama mentre smacchia i capi dei clienti. Graziella è una ragazzina e non sa ancora che tutto quello che sogna di comprare finirà relegato in qualche ripostiglio, ché quei capi, pur bellissimi, non sono affatto pratici e mal si adattano alle esigenze di una famiglia. Perché le lenzuola di lino sono impossibili da stirare, le tovaglie ricamate non tollerano la candeggina e gli asciugamani di fiandra non assorbono l'acqua. Ma lei non lo sa, o forse sì. Magari la madre ogni tanto si sarà lamentata di quanta roba inutile ed inutilizzata è rinchiusa dentro una cassapanca, o in una serie di valige con il marchio Paoletti. Eppure, per quanto inservibile, quella biancheria è il presupposto necessario per le nozze e bisogna procurarsela comunque, non ha senso stare lì a pensarci. Prima si comincia, meglio è: la spesa sarà diluita e lo sforzo economico sembrerà minore.
Quel giorno Graziella mentre si apprestava a lavare l'ennesima camicia da uomo forse pensava a una tovaglia, o ad un servizio da tè a chiacchierino e non sapeva e non poteva immaginare che, svuotandone il taschino come faceva sempre, (anche a casa prima di caricare la lavatrice), vi averebbe trovato un foglietto, un misero pezzo di carta. Curiosa come tutte le ragazzine, lo legge e quello che c'è scritto la sorprende, la spaventa. Lo mostra ad una collega e quella glielo strappa dalle mani. Graziella probabilmente non capisce, probabilmente ha paura. E la paura aumenterà, ma non durerà a lungo. A fine giornata Graziella sparisce. La ritroveranno tre giorni dopo, orrendamente sfigurata dai colpi della lupara. Aveva scoperto qualcosa che andava tenuto nascosto. Doveva essere messa a tacere.


Adesso la povera Graziella viene nuovamente zittita da chi crede che raccontare la sua storia in
TV possa influenzare i giudici della Corte d'Appello chiamati ad emettere una sentenza sui suoi assassini. La sua storia deve continuare ad essere relegata nell'ombra per garantire l'imparzialità del collegio giudicante. Graziella deve continuare ad essere una sconosciuta.
Questa è la legge. Questa è la giustizia.

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